Pietro Sarcinella – Studio  Sant'Elmo Ginecologo Napoli
Approfondimenti di ginecologia

L’utilizzo deve essere occasionale quando si ha un rapporto a rischio!

La pillola del giorno dopo (Pgd) è un farmaco utilizzato come metodo di contraccezione post-coitale (ossia per la contraccezione di emergenza) entro le 72 ore (3 giorni) successive a un rapporto sessuale. Benché siano disponibili diverse preparazioni, il principio attivo oggi maggiormente utilizzato è il progestinico Levonorgestrel, una sostanza presente anche in molte pillole contraccettive, impiegata però in un dosaggio 10-15 volte maggiore rispetto al dosaggio giornaliero (1,5 mg). Il Levonorgestrel agisce bloccando l’ovulazione. Secondo gli studi più recenti non ha effetti sull’impianto e non è quindi in alcun modo abortivo.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha chiarito presso il proprio sito che la pillola del giorno dopo non è in grado di impedire né l’ingresso dello spermatozoo nell’ovulo, né l’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero, per tale motivo, tale pillola è stata catalogata come anti-ovulatorio (impedisce il rilascio dell’ovulo dalle ovaie).
La pillola del giorno dopo, in quanto contraccettivo, non va confusa con il Mifepristone, il farmaco per l’interruzione volontaria della gravidanza, noto come RU-486, dal quale si differenzia per principi attivi, tempi di assunzione e meccanismi di azione.

 

La menopausa è il periodo che segue l’ultima mestruazione registrabile che segnala la cessazione dell’attività ovarica. Si realizza quando siano trascorsi almeno 6-12 mesi di amenorrea.E’ questo un periodo che coinvolge almeno 1/3 della vita di una donna.In genere insorge fra i 45 e i 53 anni.
La mancata produzione degli estrogeni da parte delle ovaie causa:

  1. Vampate di calore, sudorazioni notturne,insonnia,variazioni dell’umore,ansia,irritabilità,scarsità di memoria e concentrazione, perdita di fiducia in sé.
  2. Atrofia del tratto genitale, dispareunia,sindrome uretrale,perdita della libido.
  3. Assottigliamento della pelle, artralgie,prolasso,incontinenza,aumento di peso.
  4. Accidenti cerebrovascolari, coronaropatie,ipertensione.
  5. Osteoporosi.
  6. Irsutismo,Acne,Caduta dei capelli.

CORRELAZIONE FRA I SINTOMI DELLA MENOPAUSA

 

correlazione tr i sintomi della menopausa

Dal complesso quadro descritto appare logico che la donna in menopausa non può trascurare elementi fondamentali:

  • Controlli periodici ginecologici volti alla prevenzione, diagnosi e terapia e dell’apparato genitale in toto(mammelle, utero, ovaie)e dell’apparato urinario e della cute (per perdita di collagene).
  • Visita ortopedica per la corretta valutazione dell’osteoporosi e le patologie ad essa collegate(osteporosi,artralgie e fratture).
  • Monitoraggio specialistico per una alimentazione corretta per prevenire il rischio di carcinoma endometriale,delle malattie metaboliche,cardiovascolari e delle malattie dell’apparato articolare,come pure il rischio dell’ insufficienza venosa (Visita angiologica e Doppler).
  • Consulenza psicologica nei casi, e sono frequenti, in cui la sintomatologia lo richiede (ansia e depressione).
  • Incontri specialistici urologici.
  • Valutazione della sessualità,dei rapporti sessuali e della vita di coppia nel suo significato piu’ ampio nel contesto delle modificazioni e cliniche e psicologiche e sociali.

La menopausa non è una malattia.Deve essere vissuta come una parte della vita normale,in tutti i suoi aspetti; e non si può aspettare di essere malate per prendere provvedimenti.
Alla luce di queste considerazioni,risulta evidente che la terapia più corretta è rappresentata dalla ricostruzione delle condizioni endocrine precedenti alla perimenopausa.La terapia estroprogestinica è in grado di ripristinare lo stato fisiologico.
La terapia estrogenica e progestinica sostitutiva esercita un’azione cardioprotettiva, rallenta il processo osteoporotico,migliora il trofismo dell’apparato uro-genitale,ritarda il deterioramento della cute.Naturalmente non si deve incorrere nell’errore di attribuire agli estrogeni il potere di elisir di lunga vita

Adolescenza: evoluzione emotiva e desiderio di crescita

 

Ogni individuo in realtà è unico e irripetibile. Così come lo è ogni giorno della nostra vita. Per questo ogni età dovrebbe essere vissuta sempre con la massima intensità, in qualità di esperienza “unica e irripetibile”. In realtà sono per lo più gli adulti, che ripensando alla propria adolescenza con un pizzico di nostalgia, la considerano un’età lieta per eccellenza. Si ricorda, di quegli anni, solo la parte migliore: la speranza di una vita davanti, l’avvenenza delle forme corporee, l’energia e la voglia di cambiare il mondo, mentre si sono dimenticati ansia etimori. L’adolescenza è infatti percepita diversamente dai diretti interessati, gli adolescenti, che si sentono catapultati nel mondo degli adulti, travolti da un caleidoscopio di emozioni, dove si mescolano spensieratezza e speranza, ma anche labilità emotiva e incertezza per il futuro.

 

Quando inizia l’adolescenza?

E soprattutto, quando si considera concluso il periodo adolescenziale? Teoricamente l’adolescenza si può collocare tra i 10 e 22 anni, un ponte che unisce l’infanzia e l’età adulta. Si tratta di un periodo di transizione che presenta notevoli variazioni individuali. Stabilire l’inizio è relativamente semplice, in quanto coincide con la pubertà, mentre è molto più difficile determinarne la conclusione, soprattutto nella società odierna, dove l’ingresso in età adulta viene sempre più procrastinato anche per ragioni economiche, che impediscono il raggiungimento dell’autonomia e il distacco dalla famiglia di origine. Questa estrema variabilità può essere fonte di preoccupazione per le ragazzine che ancora non hanno completato lo sviluppo puberale rispetto alle coetanee, in quanto possono sentirsi escluse o temere di essere diverse. In questo delicato passaggio verso l’età adulta, è importante la rassicurazione del medico sul significato del vero ritardo puberale o di pubertà precoce. L’adolescenza è un processo caratterizzato da profondi cambiamenti che riguardano il corpo (maturazione dei caratteri sessuali secondari e della capacità riproduttiva), la mente (completamento dello sviluppo cognitivo), la sfera affettiva ed emozionale (relazioni sociali e familiari). Il ginecologo ha un ruolo importante nel vigilare su una crescita armoniosa, prestando attenzione a tutti questi aspetti. Quando si è di fronte a un’adolescente, che può già avere le sembianze fisiche di una donna, è bene ad esempio ricordare che lo sviluppo completo del cervello viene raggiunto nelle ragazze solo intorno ai 22-23 anni (intorno ai 25 anni nei ragazzi). La “piccola donna” che si sottopone ai suoi primi controlli dal ginecologo è quindi una persona estremamente vulnerabile, che potrebbe non avere la maturità sufficiente per recepire correttamente le informazioni ricevute. E’ quindi importante metterla a proprio agio utilizzando, ad esempio, un linguaggio adeguato.

 

Il primo ciclo mestruale

Lo sviluppo puberale culmina, dopo circa due anni, con la comparsa del menarca. Paradossalmente, nonostante il ritardo dei nostri giovani a “lasciare il nido”, l’età della pubertà si è abbassata e la comparsa del menarca è in media intorno ai 10-12 anni. Non tutte le ragazze arrivano preparate a questo evento, che non è vissuto sempre in modo positivo per mancanza di un’adeguata informazione e di dialogo. Un’indagine demoscopica condotta di recente su un campione di 1000 donne dai 18 ai 50 anni, ha messo in evidenza che il primo ciclo mestruale viene vissuto per lo più conimbarazzo (60%), come un evento “fastidioso” (64%), che incide sull’efficienza scolastica, lavorativa (45%), sportiva (63%) e infine sulla sessualità(85%). Nella fascia di età più giovanile (18-30 anni), le donne vivono più dolorosamente la loro femminilità, con cicli caratterizzati da dismenorrea (52%), cefalea (30%), malumore (28%). E’ emerso che le assenze dal lavoro per disturbi legati al ciclo si verificano fino al 32% dei casi. Nell’età adolescenziale il ginecologo non è ancora un punto di riferimento, le ragazze non riescono ad associare la loro femminilità alla figura di un medico e preferiscono confidarsi con “l’amica del cuore”, che sentono più complice. E’ importante rassicurare subito le giovanissime in merito al ruolo del ginecologo e al segreto professionale, cercando di stabilire una relazione terapeutica basata sulla fiducia, ma soprattutto aiutandole a capire che la relazione terapeutica è diversa dal rapporto che si ha con la madre o con l’amica; quest’ultime possono accogliere le confidenze ma non hanno la competenza necessaria per dare i consigli appropriati. Anche la capacità di ascolto del ginecologo è diversa da quella della madre o dell’amica, così come la capacità di rassicurazione,perché non sono basate solo sulla disponibilità, ma anche sulla professionalitàe sulle prove di evidenza scientifica. Infine, il ginecologo sa avere la lungimiranza per capire se la sua paziente sta adottando un comportamento a rischio che necessita un chiarimento approfondito.

 

La visita ginecologica

Sarebbe utile almeno un colloquio con il ginecologo prima dell’inizio dell’attività sessuale, in modo che la ragazza arrivi a questo momento con le idee chiare e con tutte le informazioni necessarie per proteggere la propria fertilità e l’equilibrio psico-fisico. La scelta del ginecologo è estremamente personale. Spesso le madri portano le figlie dal proprio ginecologo, ma non è automatico che si stabilisca unarelazione terapeutica altrettanto empatica. Un ginecologo attento saprà cogliere l’eventuale imbarazzo della ragazza, cercando di capirne la motivazione. L’indagine demoscopica ha fortunatamente evidenziato un rapporto sereno con il proprio ginecologo/a nella maggior parte delle intervistate, anche nelle giovanissime (51%). C’è però ancora un po’ di strada da fare per conquistare quella fetta di universo femminile tuttora diffidente, per fare in modo che la visita ginecologica diventi per tutte un comportamento consapevole di protezione della propria salute.

 

Sessualità e contraccezione

Ancora carente tra le più giovani è l’informazione sulla capacità procreativae sui metodi contraccettivi. L’indagine ha evidenziato che solo il 37% delle ragazze dai 18 ai 30 anni si sente informata in modo adeguato. Molte hanno convinzioni infondate sulla pillola contraccettiva (come la paura di ingrassare, di essere più esposta al rischio di tumori, o di non riuscire a rimanere incinta alla sospensione), mentre non conoscono in modo corretto i benefici extra-contraccettivi, come il miglioramento della dismenorrea e dei sintomi pre-mestruali, della cefalea, o dell’acne.

 

 

Il mifepristone è uno steroide sintetico utilizzato come farmaco per l’aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza.
Rispetto ai metodi abortivi tradizionali non rende indispensabile da un punto di vista clinico l’ospedalizzazione (che è comunque prevista normativamente in alcuni Stati) e ha il vantaggio di non richiedere un intervento chirurgico. Di contro può portare vari effetti secondari. Attualmente è in uso in tutti gli Stati dell’Unione Europea ad eccezione della Polonia e della Lituania, oltre che dell’Irlanda e di Malta, paesi nei quali l’aborto è vietato.
Il mifepristone non va confuso con la pillola del giorno dopo (che invece è un farmaco per la contraccezione d’emergenza), da cui si differenzia sia per i meccanismi di azione che per i tempi di assunzione. Infatti la pillola del giorno dopo, oltre a dover essere somministrata entro 72 ore (3 giorni) dal rapporto sessuale, agisce semplicemente bloccando l’ovulazione ma senza avere effetti sull’impianto di un eventuale embrione, per cui non è in alcun modo in grado di indurre un aborto.

La mucosa vaginale e’ un recettore assai sensibile agli ormoni ovarici, sopratutto agli estrogeni.Lo spessore della mucosa, che e’ sottile nell’eta’ infantile e nella senescenza, aumenta notevolmente nell’eta’ feconda come denota la pluristratificazione dell’epitelio.Nella donna adulta e’ possibile riconoscere varie stratificazioni dell’epitelio pavimentoso della vagina.

 

Il test o prova di Mack e’ atto a valutare il grado di attivita’ estrogenica in base al contenuto in glicogeno dello striscio vaginale.

 

E’ noto infatti che gli estrogeni favoriscono l’accumulo di glicogeno nell’epitelio della mucosa vaginale, e che d’altro canto il glicogeno costituisce il pabulum del b. vaginale acidofilo di Doderline. In tal modo, quanto e’ piu’ alta la carica estrogenica, tanto maggiore sara’ il contenuto in glicogeno e per conseguenza lo sviluppo del b. di Doderline e l’acidofilia vaginale: questa e’ legata al contenuto in acido lattico che e’ in media dello 0,53%.

 

L’indice colpocitologico presenta valori superiori all’unita’ (tra 1,17 e 1,6).

 

Il test di Mack si esegue colorando il vetrino con il liquido di Lugol in modo tale che il glicogeno venga svelato dalla colorazione bruno-carico che da’ con lo iodio. Nei casi di deficit estrogenico tale colorazione manca ed ha aspetto giallo-pallido mentre e’ grigio- intensa nell’iperestrinismo. Ha significato orientativo della situazione ormonale analoga a quella della iodiopositivita’ con il test di Shiller.

 

Cio’ e’ chiaramente spiegato nel testo “DIZIONARIO GINECOLOGICO” ragionato e con eponimi, del Dr.G.Brigati e G.L. Grismondi, (seconda edizione-edito dalla PICCIN NUOVA LIBRARIA SPA-DEA Store-Hoepli.it-IBS, Libreriauniveritaria.it-Amazon UK-la Feltrinelli.it).Inoltre si puo’ consultare il testo di Moracci E. :” Ostetricia e Ginecologia”, Idelson, 11-868.

Come avere rapporti e non concepire

 

Esistono troppe false concezioni sui metodi contraccettivi. Vediamo di svelarne i motivi.

 

Valutazione del periodo fecondo Ogino-Knaus

 

Insuccesso quasi totale per ovulazioni sovrannumerarie, precoci o tardive oppure provocate dallo stesso rapporto sessuale. Inaffidabile.

 

Spermicidi

 

Non affidabili e sconsigliabili.

 

Spirale (I.U.D.)

 

E’ un dispositivo in plastica e rame che si inserisce nell’utero ed ha una durata che va dai due ai cinque anni. Può essere rimosso in qualsiasi momento. Il rischio di gravidanza è di circa il 2%. E’ preferibile per donne che hanno già avuto figli.

 

 

Coito interrotto

 

Non è un metodo anticoncezionale ed è responsabile della maggior parte delle gravidanze indesiderate e quindi di aborto. Forse non tutti sanno che migliaia di spermatozoi fuoriescono durante un rapporto sessuale senza che il maschio se ne accorga, per contrazioni involontarie delle vescichette seminali. Ad altissimo rischio, è assolutamente da evitare. Come si può intuire,qualunque sia il metodo anticoncezionale,l’importante è sceglierne uno seguendo le proprie esigenze di vita sessuale e secondo le indicazioni e consigli del ginecologo.

 

Pillola

 

Il più usato metodo contraccettivo. E’ sicuro quasi al 100% se assunta correttamente. Ha poche controindicazioni (patologie delle mammelle, del collo dell’utero, del fegato,del sistema venoso etc.). E’ necessario quindi un controllo semplice ma accurato da parte del ginecologo ed appropiate indagini.
E’ importante sapere come si assume.
Bisogna iniziare a prendere la pillola dalla casella contrassegnata con il giorno della settimana in cui si inizia il trattamento che. normalmente,coincide con il giorno in cui inizia il flusso mestruale, proseguendo il giorno seguente nella casella successiva, rispettando sempre il senso delle frecce.

Se per esempio il flusso mestruale comincia di lunedi, bisogna iniziare la confezione con una pillola contenuta nello spazio con la scritta”lun”.
Se tutte le pillole verranno assunte correttamente, l’ultima della confezione dovrà essere presa in questo caso di domenica.
Dopo aver preso tutte le 21 pillole, è necessario sospendere l’assunzione per 7 giorni, tenendo presente che in questo intervallo dovrebbero presentarsi le mestruazioni, che di solito compaiono 2-3 giorni dopo l’ultima pillola assunta.
Attenzione ad alcuni farmaci che si assumono contemporaneamente alla pillola e a non dimenticarne nemmeno una.In tal caso rivolgersi al proprio ginecologo.
Vorrei ricordare inoltre che è il ginecologo a valutare quale pillola prendere, per quanto tempo e se non ci sono controindicazioni.
In questo modo la nuova confezione verraà iniziata lo stesso giorno della settimana in cui era iniziata la precedente (nel nostro esempio di lunedi).
Esami particolari del sangue, una corretta valutazione dello stato di salute delle mammelle e di altri organi è il compito responsable di ogni medico.

 

Diaframma

 

Sottile coppa di gomma oramai in disuso

 

Profilattico (1860)

 

Il profilattico o preservativo (chiamato anche con il termine inglese condom e, in alcune regioni del nord Italia, gondone o goldone) è uno strumento contraccettivo che ha anche funzioni di protezione nei confronti di malattie sessualmente trasmissibili, ed eventualmente di raccolta del seme maschile eiaculato durante il coito.

 

Psicologia

Tra molti individui, soprattutto di sesso maschile, persiste una forte resistenza psicologica e ancor più culturale all’uso del profilattico. Questa diffidenza trova diverse parziali giustificazioni, ad esempio nel costo dello stesso, nelle (rare, ma possibili) eventualità di rottura durante il rapporto, o nella riduzione della sensibilità e quindi del piacere dovuta all’applicazione del profilattico; in realtà il problema principale, sul piano psicologico, è dovuto all’ansia causata dal timore di perdere l’erezione nell’atto di indossare il profilattico prima della penetrazione sessuale. Questo timore può però essere affrontato, e risolto o perlomeno ridotto, laddove il/la partner collabori fattivamente all’uso del profilattico, aiutando il partner ad indossarlo sul pene eretto, trasformando questa fase del rapporto in uno dei preliminari allo stesso.
Utilità
L’uso del profilattico, diffuso anche nelle coppie stabili, è consigliato a maggior ragione nei rapporti occasionali, sia come anticoncezionale ma ancor più come protezione nei confronti di malattie sessualmente trasmissibili (MST), in primo luogo l’AIDS, ma anche epatite C, sifilide, gonorrea, clamidia, herpes, ecc.
La posizione delle confessioni religiose
La Chiesa cattolica ne vieta fermamente l’uso, in quanto è intrinsecamente immorale ogni azione – come, per esempio, la sterilizzazione diretta o la contraccezione -, che, o in previsione dell’atto coniugale o nel suo compimento o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione.Per queste ragioni, la Chiesa cattolica richiede metodi conformi ai criteri oggettivi della moralità, e cioè con la continenza periodica e il ricorso ai periodi infecondi.
Durante il viaggio in Africa, in volo verso il Camerun, martedì 17 marzo 2009 Benedetto XVI rilascia una dichiarazione ai giornalisti nella quale per la prima volta un pontefice pronuncia la parola “preservativo”, pur ribadendone la condanna.
Altre confessioni religiose, come la Chiesa Evangelica Valdese, la Chiesa ortodossa, i Testimoni di Geova, le Assemblee di Dio, ritengono che invece l’utilizzo del preservativo sia perfettamente lecito in quanto non introduce problemi di natura etica.

 

Conformazione

 

Il profilattico è formato da una sottile guaina di lattice, ma ne vengono realizzati anche in altri materiali sintetici che consentono di evitare rare reazioni allergiche.
Si adatta perfettamente alla forma ed alla dimensione del pene grazie alla sua notevole elasticità. L’interno è cosparso di sostanze lubrificanti che servono per evitare irritazioni e dolore all’uomo durante la penetrazione, non essendo il pene a contatto con i lubrificanti naturalmente prodotti dalla vagina prima e durante il rapporto.
In commercio sono presenti alcuni profilattici non in lattice di caucciù, ma al momento sono prodotti soltanto dalla Durex, che altresì possiede il brevetto del Duron, un derivato del poliuretano, resistente il doppio del lattice, inodore e con altre caratteristiche.

 

Vantaggi

 

Il profilattico offre la migliore protezione contro il contagio da malattie sessualmente trasmissibili tra tutte le metodologie anticontraccettive disponibili. Uno studio effettuato nel 2000 dal Dipartimento della salute americano conferma che un uso tipico del preservativo riduce dell’85% il rischio di contrarre il virus dell’HIV. In caso di conservazione ed utilizzo corretti del preservativo la riduzione del rischio è ancora maggiore.
I profilattici sono liberamente acquistabili senza ricetta e visita medica.
I profilattici vengono venduti nei supermercati e tramite appositi distributori automatici, oltre che in farmacia.
In particolare, per quanto riguarda i rapporti occasionali, a differenza dei contraccettivi ormonali come la pillola anticoncezionale, il profilattico può essere utilizzato all’occorrenza, in pochi secondi.
La sua efficacia viene stimata con un Indice di Pearl (numero di gravidanze indesiderate nell’arco di anno considerando 100 donne) variabile tra 0,2 e 2.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in riferimento ad un campione costituito da coppie americane monitorate durante il primo anno di utilizzo, indica il 2% di gravidanze indesiderate in caso di uso perfetto (continuativo e corretto) e il 15% di gravidanze indesiderate in caso di uso tipico (si considera l’intero campione, indipendentemente dal fatto che vi sia stato un uso perfetto).

 

Svantaggi

 

Può diminuire o alterare le sensazioni tipiche del coito per entrambi i partner, anche se alcuni modelli in commercio sostengono di enfatizzarle per il partner femminile, o di svolgere una funzione utile a ritardare deliberatamente l’eiaculazione negli uomini affetti da eiaculazione precoce.
Per alcuni soggetti il preservativo di lattice può causare reazioni allergiche.
Soprattutto per le popolazioni del terzo mondo e dei paesi in via di sviluppo risulta un prodotto costoso.

Avvertenze d’uso

Se usato correttamente, cioè prima di iniziare la penetrazione e per tutta la durata del rapporto sessuale, sia esso vaginale che anale, il profilattico evita che lo sperma entri a contatto con la vagina durante un rapporto sessuale, impedendo l’eventuale fecondazione. Contemporaneamente evita che le secrezioni dei partner entrino a contatto con le mucose riducendo il rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale, in primis, il virus HIV.
È consigliabile leggere il foglio illustrativo contenuto in ogni confezione di profilattici.
È consigliabile, per chi non lo abbia mai utilizzato, provare ad indossarne uno al di fuori del contesto di un rapporto sessuale. Ciò permette di prendere anticipatamente confidenza con il suo utilizzo, riducendo così il rischio di un uso scorretto o del non uso (per timore di apparire inesperti, soprattutto se giovani).
È molto importante, per non aumentare le possibilità di rottura del preservativo durante il rapporto, che lo stesso sia conservato in condizioni ambientali e di temperatura normali. Occorre pertanto evitare di conservarlo in luoghi esposti al sole oppure in portafogli o tasche dove potrebbe essere esposto al forte calore sviluppato dal corpo umano, e quindi danneggiarsi.
È inoltre consigliabile nel caso di rapporti anali o che pongono sotto stress il preservativo la scelta di preservativi fabbricati con materiali molto più resistenti come il poliuretano o il Teflon e una minima lubrificazione degli orifizi con lubrificanti che non danneggino il profilattico: sono quindi da preferire i lubrificanti o i gel a base di acqua.

 

Prima del rapporto

 

Strappare il contenitore avendo cura di non danneggiare il profilattico con unghie o anelli.
Appoggiarlo sulla punta del pene eretto. Non srotolarlo prima di indossarlo.
Tenendo premuto il serbatoio, srotolarlo sino alla base del pene.
Eliminare le pieghe lisciandolo con le mani, facendolo aderire completamente al pene, con particolare riferimento al glande.
Se il profilattico si sfila durante il rapporto, utilizzarne uno nuovo.

 

Dopo il rapporto

 

Togliere il pene dall’orifizio prima del termine dell’erezione avendo cura che il preservativo non si sfili: per fare ciò, tenere ferma con la mano l’estremità inferiore del profilattico sfilando lentamente il pene dall’orifizio.
Controllare se vi sono degli strappi tendendolo: anche una minima parte di liquido potrebbe fecondare la donna.
Fare scivolare il profilattico fino a toglierlo.
Annodarlo alla base per evitare fuoriuscite di sperma e verificarne l’integrità.
Gettarlo nei rifiuti normali: il preservativo non è biodegradabile e, gettato nel WC o sulla strada, inquinerebbe per anni il territorio ed il mare.

 

La legatura delle tube è un intervento chirurgico per chiudere le tube di falloppio in una donna, quei tubi che collegano le ovaie all’utero, in modo tale da non poter più avere una gravidanza. Normalmente, nelle tube di falloppio si spostano gli ovuli dalle ovaie verso l’utero circa una volta al mese. Se gli spermatozoi incontrano l’ovulo, ci sarà una gravidanza. Se le tube sono chiuse, gli spermatozoi non possono più fertilizzare l’ovulo. Esistono due metodi per eseguirla.Il primo è attraverso la via laparoscopica(vedi laparoscopia),il secondo è per via laparotomia, ovverossia eseguendo un piccolo taglio sovrapubico.Entrambe le metodiche offrono vantaggi e svantaggi.Sarebbe comunque opportuno parlarne col ginecologo.

Penso comunque che le motivazioni per cui si giunge a questo tipo di intervento siano numerose, tra cui sono da annoverare l’età,le condizioni fisiche e psichiche,patologie per cui il portare a termine una gravidanza è estremamente pericoloso, il numero dei cesari effettuati ed altro ancora.