Pietro Sarcinella – Studio  Sant'Elmo Ginecologo Napoli
Vulvovaginiti e cerviciti

Si chiama genericamente vaginite una infiammazione acuta o cronica della vagina, parte dell’apparato genitale femminile.

Si distingue in vaginite primaria quando l’infiammazione ha origine nella vagina e vaginite secondaria quando l’infiammazione ha origine in una sede vicina.

Spesso l’infiammazione si estende anche alla vulva e in questo caso si parla più propriamente di vulvovaginite.

La vaginite è una condizione comunissima: 75 donne su 100 vanno incontro a vulvovaginite da infezione micotica nel corso della propria vita, e nel 90% dei casi si tratta di candidosi; in circa la metà di questi casi si va incontro ad almeno una recidiva, e il 5% delle donne in età adulta soffre addirittura di più casi di vulvovaginite da candidosi durante l’anno.[1]

Le infezioni in generale rendono conto del 90% dei casi in età fertile.

Le infezioni che portano a vaginite o vulvovaginite possono essere causate da varie specie di microrganismi, tra i quali si ricordano in ordine di incidenza:

 

  • funghi come la Candida albicans (candidosi);
  • batteri come la Gardnerella vaginalis (vaginosi).
  • protozoi come il Trichomonas vaginalis (tricomoniasi);
  • Altri agenti infettivi che possono provocare vulvovaginiti sono la Neisseria gonorrhoeae (gonorrea), il Bacterium coli, l’herpes simplex e non solo.

Alcuni agenti infettivi possono procurare ulcerazioni, come l’Hemophilus Ducreyi (ulcera venerea). Altri provocano aderenze tra le pareti della vagina, che poi si ulcerano; si tratta per lo più di malattie infettive generali come tifo, scarlattina, vaiolo, difterite e così via.

Per approfondire, vedi le voci Candidosi, Vaginosi, Gonorrea, Herpes e Ulcera venerea.

Il diabete mellito è un fattore di rischio per la vulvovaginite da Candida.

Altre cause possono essere di tipo chimico (reazioni allergiche o causticazioni) oppure fisico (eventi termici, meccanici o la presenza di un corpo estraneo). Gli stimoli chimici o fisici possono provocare una semplice irritazione della mucosa rendendola però in questo modo più facilmente soggetta a infezioni, causando la vaginite indirettamente.

Prima della pubertà possono svilupparsi vaginiti senza una causa specifica, in quanto la vagina non ancora pienamente sviluppata è meno acida e quindi meno protetta dagli agenti infiammatori.

Dopo la menopausa può insorgere una vaginite di origine atrofica detta vaginite climaterica o senile causata dal calo degli estrogeni. Una vaginite di origine atrofica può insorgere per calo di estrogeni anche dopo il parto o durante l’allattamento, oppure dopo la rimozione chirurgica delle ovaie.

Anche la gravidanza può portare modificazioni alla vagina che possono favorire l’insorgenza della patologia.

Alcuni agenti infettivi sono causa di malattie sessualmente trasmissibili e dunque si trasmettono con il rapporto sessuale. Altre infezioni non sono sessualmente trasmissibili ma si presentano più spesso in donne sessualmente attive per diversi motivi: lo stimolo meccanico, il contatto con lo sperma, infezioni ai genitali del partner e così via possono alterare lo stato della vagina e provocare irritazioni o infiammazioni che possono fornire un terreno favorevole allo sviluppo dell’infezione.

Alcune infezioni possono essere contratte dalla neonata durante il parto.

Altri agenti infettivi possono essere introdotti nella zona vulvo-vaginale da cattiva igiene; in particolare il Bacterium coli normalmente presente nelle feci può essere trasportato dall’ano alla vagina con una pulizia effettuata da dietro verso avanti.

L’assunzione di antibiotici può colpire la flora batterica naturalmente presente nella vagina (che serve anche da barriera contro le infezioni) e permettere un’infezione opportunista.

Tra le sostanze che possono provocare una reazione allergica con conseguente vaginite vi possono essere i detergenti (inclusi i bagnoschiuma), i profumi, i profilattici, gli spermicidi, e così via.

Le causticazioni sono generalmente causate da potenti disinfettanti (come il sublimato corrosivo) o altre applicazioni topiche non diluiti sufficientemente.

Tra le cause fisiche possono esserci un bagno troppo caldo, abrasioni, stimoli meccanici prolungati, lo stupro o altri abusi sessuali, il parto, sfregamenti causati da indumenti troppo attillati o non traspiranti, e così via. Un corpo estraneo è generalmente un profilattico o un assorbente interno trattenuto nella vagina.

Complicanze[modifica]Una vaginite trascurata può diventare cronica.

Alcune infezioni, tra cui quelle da Clamidia, possono propagarsi all’utero, alle tube e infine alle ovaie provocando sterilità.

Una infezione può essere propagata alla pelle in seguito al grattarsi.

Occorre anche tener conto delle complicanze proprie delle infezioni che hanno causato la vulvovaginite (candidosi, gonorrea, ecc.).

L’uso di indumenti troppo attillati o non traspiranti, oltre a essere causa o a favorire una vulvovaginite, può prolungare i tempi di guarigione.

I disturbi accusati possono essere più o meno intensi e sono principalmente legati allo stato irritativo: bruciore, prurito alla vulva o alla vagina, perdite liquide o semiliquide; alcune vaginiti possono essere asintomatiche.

Si distinguono a seconda dei sintomi associati:

Forme acute:vulvovaginite desquamativa purulenta
si ha in presenza di arrossamento e turgore della mucosa e formazione di pus, ed è la forma sintomatica più comune;
vulvovaginite ulcerosa
quando si accompagna a ulcerazioni; è la vulvovaginite conseguente a ulcera venerea;
vaginite aderente
quando l’infiammazione è provocata da aderenze nelle pareti della vagina; è la forma acuta più comune conseguente a vaginite atrofica;
vulvovaginite pseudomembranosa
si ha quando le aderenze nelle pareti della vagina provocano ulcerazioni, e si ha generalmente nelle vaginiti secondarie;
vaginite enfisematosa
si presenta con vescicole piene di gas ed è di origine batterica; spesso è asintomatica e il più delle volte guarisce autonomamente.
la candidosi provoca una perdita bianca e impalpabile; si accompagna a forte prurito e dolore durante il coito;
la vaginosi batterica provoca una perdita bianca o grigia, densa e dall’odore simile al pesce, in particolare dopo il coito che solitamente non è doloroso;
la tricomoniasi provoca una perdita giallastra o verde, schiumosa e maleodorante; si accompagna a prurito e dolore durante la minzione o il coito;
l’infezione da Bacterium coli provoca una perdita marroncina o verde maleodorante; si accompagna a irritazione delle labbra e dell’orifizio vaginale;
l’infezione da herpes non altera la normale secrezione vaginale; si accompagna a dolorose vescicole piene d’acqua e febbre e turgore ghiandolare;
la vaginite atrofica ha una secrezione vaginale scarsa; si accompagna a dolore durante la minzione, il coito è doloroso e seguito da una leggera emorragia;
Trattamento[modifica]Alla base di qualunque trattamento ci sta una corretta igiene intima; in particolare nelle vulvovaginiti da Bacterium coli occorre correggere alcuni comportamenti errati: imparare a lavarsi le mani prima e dopo l’uso del bagno e pulirsi verso l’indietro.

Durante il trattamento può essere indicato utilizzare indumenti traspiranti, ad esempio slip di cotone, ed evitare indumenti che possano irritare ulteriormente la zona, troppo attillati, di nylon o perizoma. Rimuovere l’intimo durante il riposo notturno può aiutare la guarigione.

Nelle vaginiti causate da un corpo estraneo i sintomi generalmente scompaiono con la rimozione dello stesso.